Un certo tipo di tristezza

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Convinta che il mondo lì fuori la rifiuti, Anna decide di chiudersi in una tana fatta di incertezze e fragilità. Un giorno, però, un’opportunità inaspettata la trascina in quello che impara a considerare il suo ambiente naturale: una casa isolata in montagna, con accanto un paesino in cui ogni persona ha una storia.
Sarà in particolare una di queste storie, sigillata fra le pagine di vecchi diari ingialliti, che la porterà a reagire per cominciare, finalmente, a camminare con le proprie gambe.

Un certo tipo di tristezza è la storia di Anna, una ragazza che fatica a rapportarsi con le persone e la società che la circonda, scegliendo di rifugiarsi in una tana “sicura”. Un romanzo di formazione che esorta il lettore a riflettere su come affrontare le situazioni, le sfide e i problemi di tutti i giorni.
Sara Gavioli narra la storia di Anna in maniera molto schietta e coinvolgente, sensibilizzando il lettore alla sua particolare condizione, ai suoi dilemmi ed alle difficoltà che deve affrontare. Durante il corso del romanzo l’autrice riesce a stimolare il lettore, portandolo a riflettere sui dubbi con cui si interroga la protagonista, spingendolo a porsi le stesse domande che la affliggono e portandolo ad effettuare lui stesso delle scelte precise.
– L’editore

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Press

Interviste su “Un certo tipo di tristezza”
RECENSIONI A “UN CERTO TIPO DI TRISTEZZA”

 

on Parole incartate:

“Ero scettica, lo devo ammettere. Una esordiente, la trama sembrava simpatica ma non era decisamente per me. E invece…
Invece mi ha stupito e sconvolto allo stesso tempo. L’ho iniziato in una giornata in cui non volevo altro che passare il tempo leggendo spaparanzata sul divano, è finita che per i 3 giorni successivi non facevo altro che leggerlo ovunque, anche in macchina nel traffico.”

on Peccati di penna:

“Ho apprezzato il lato amaro e vero di Anna, quello di una giovane spaesata dall’attualità e da un mondo falso, forse non ho gradito molto il suo essere asociale soprattutto verso chi è cortese e disponibile. Per fortuna riesce a fare amicizia e a sbottonarsi, lasciandosi conoscere meglio come persona. Gli abitanti del paese sono tutti talmente vivi da essermi simpatici, soprattutto il proprietario del Bar, Alessandro, che si mostra subito cordiale con Anna, accogliendola come farebbe un vecchio amico. Alessandro mi è piaciuto molto dall’inizio, mentre Lidia, la sua assistente, l’ho apprezzata man mano. La ragazza, con le sue grandi problematiche, diventa confidente di Anna e anche se condividono “un certo tipo di tristezza” è sicuramente un elemento più propositivo e attivo rispetto alla protagonista. Insomma: la tristezza non la ferma.”

on Toglietemi tutto, ma non i miei libri:

“È la storia di una ragazza come tante, che a trent’anni non ha ancora idea di che fare della sua vita, e come biasimarla?
Anna si è appena laureata e come molti altri giovani come lei, invece che gettarsi a capofitto nella vita, se la lascia scivolare addosso.
Anna si lascia andare al destino, si lascia condurre dal caso, si abbandona all’esistenza.”

on Diario di una camionista per bene:

“È un romanzo denso di bei pensieri e paranoie che solo i ragazzi che vivono attualmente in questa società possono avere: la paura di non essere in grado di integrarsi, la paura del mondo del lavoro così chiuso e distante, la paura di non essere assolutamente abbastanza.”